Il Museo custodisce il patrimonio artistico della Cattedrale di San Martino
Il Museo, nasce nel 1992 per custodire e tramandare il ricco patrimonio artistico della Cattedrale di San Martino. E’ ospitato in un complesso di edifici sapientemente restaurati e unificati tra cui una casa torre del XIII secolo e il cinquecentesco oratorio di San Giuseppe e consta di otto sale tra le quali spiccano la sala dei corali e codici miniati e quella del Tesoro con i Gioielli del Volto Santo, il crocifisso ligneo simbolo della città. Autentici capolavori sono la corona e il collare d’oro realizzati da Ambrogio Giannoni nel XVII secolo e il gioiello in diamanti frutto dell’oreficeria francese della corte del Re Sole.
Oltre a sculture, dipinti, oggetti di oreficeria e tessuti pregiati degni di particolare nota sono il dittico d’avorio di Areobindo, console a Costantinopoli nel 506, il duecentesco reliquiario in smalti di Limoges, il cofanetto in cuoio modellato e dipinto della fine del XIV secolo, l’Apostolo di Jacopo della Quercia e la “Croce dei Pisani”, capolavoro dell’oreficeria quattrocentesca.
Museo della Cattedrale
Intero: € 4,00
Gratuito: bambini sotto i 6 anni; disabili con accompagnatore; guide turistiche; Forze dell’Ordine, sacerdoti, religiosi e religiose.
COMBINATO
Cattedrale + Campanile + Museo + Chiesa dei Santi Giovanni e Reparata con Battistero e area archeologica
Intero: € 10,00
Ridotto: € 7,00 (per gruppi minimo di 10 persone e studenti da 6 a 25 anni)
Famiglia: € 20,00
Pellegrini: € 5,00
Gratuito: bambini sotto i 6 anni; disabili con accompagnatore; guide turistiche; Forze dell’Ordine, sacerdoti, religiosi e religiose.
Biglietterie e orari del complesso
Alcune delle opere presenti all'interno del Museo della Cattedrale di Lucca
Croce dei pisani, 1411
Un gioiello dell’oreficeria quattrocentesca che fu commissionato nel 1411 da Paolo Guinigi, signore di Lucca, all’orafo padano Vincenzo di Michele da Piacenza. Una croce gemmata che si trasforma in albero della vita dai cui fiori, sul retro, fuoriescono figure di Profeti ed Apostoli, mentre la parte frontale accoglie il Cristo contornato da quattro edicole con l’Eterno e i tre Evangelisti Marco, Luca e Matteo. Ai lati della croce Maria e Giovanni e, sopra il Cristo, il Pellicano Mistico che si squarcia il petto per sfamare i propri figli.
Gioiello Volto Santo, 1660
Questo capolavoro dell’oreficeria barocca realizzato da Gilles Légaré, famoso orafo della corte di Luigi XIV, venne donato al Volto Santo nel 1660 dalla nobildonna lucchese Laura Nieri Santini. La parte anteriore è costituita da un intreccio di fiori e foglie in lamine d’oro sbalzate e smaltate che spuntano dalla rosetta centrale, il tutto ornato da diamanti. A questo gioiello centrale, sormontato da una corona piumata, sono appesi tre piccoli trofei a forma di rosetta impreziositi anch’essi da diamanti. Il retro presenta fiori, foglie e bacche realizzati in smalto su oro e un cartiglio con il nome della benefattrice e la data della donazione.
Apostolo, inizio del XV secolo
La grande statua raffigurante un Apostolo coronava il secondo contrafforte nord della cattedrale e fu realizzata agli inizi del XV secolo da Jacopo della Quercia, l’innovativo artista senese già famoso per aver scolpito il monumento funebre di Ilaria del Carretto. La statua, mutila di gran parte del braccio sinistro, è pensata per la visione dal basso. La posa in appoggio sull’anca con il busto leggermente flesso è mitigata dal panneggio ampio e ritmato, l’espressione del giovane volto è intensa e severa.
Cofanetto in cuoio, XIV secolo
Questo cofanetto con angoli e coperchio in argento, rivestito di cuoio impresso, dorato e dipinto con venti scene tratte dall’Infanzia e dalla Passione di Cristo, è un capolavoro di questo tipo lavorazione. Fu donato alla cattedrale nel 1432 da Balduccio Parghia Antelminelli che lo aveva ereditato da Alderigo Antelminelli. La narrazione è ricca e armoniosa e presenta una complessa organizzazione spaziale. Sono presenti tracce della cultura figurativa francese, alcuni particolari iconografici insoliti ed elementi naturalistici nella scena della Passione senza precedenti nella pittura fiamminga; tutto ciò fa pensare che il suo autore sia originario della zona della Mosa.
Corona del Volto Santo, 1655
Realizzata dall’orafo massese Ambrogio Giannoni la corona fu posta nel 1655 sul capo del Volto Santo durante una fastosa cerimonia che durò per ben tre giorni, e da allora, continua ad essere impiegata per la vestizione della reliquia in occasione della festa di Santa Croce. Sulla base di un disegno fornito dal pittore Girolamo Scaglia, Giannoni porta a Lucca il ricco repertorio decorativo del Manierismo internazionale: volute vegetali con pietre preziose, cherubini e pinnacoli fitomorfi. Al centro Dio Padre con in mano il globo sormontato dallo Spirito Santo, sotto forma di colomba, e da una croce gemmata.
Le sale del museo

