Museo della Cattedrale di Lucca - Cofanetto in cuoio con scene della vita di Cristo
Questo cofanetto realizzato alla fine del XIV secolo con un anima di legno rivestita da cuoio impresso, dorato e dipinto, con gli angoli e il manico del coperchio in argento lavorato a sbalzo, è considerato un capolavoro dell’arte del cuoio occidentale. Fu donato alla Cattedrale nel 1432 da Balduccio Parghia degli Antelminelli che lo aveva ereditato dal mercante lucchese Alderigo Antelminelli, morto a Bruges nel 1401.
Il cofanetto, diviso al suo interno in due scomparti dotati di coperchio, è interamente dipinto con scene della vita di Cristo suddivise in venti episodi tratti dall’Infanzia e della Passione e mostra analogie nella tecnica di realizzazione, nei soggetti e nella struttura narrativa con un altro esemplare conservato al Coisters di New York, più evidenti rispetto a quello custodito al British Museum di Londra.
Il manufatto di Lucca presenta infatti una narrazione ricca e armoniosa in un’articolata resa spaziale con gli elementi del paesaggio e le strutture architettoniche che danno profondità alle scene come nell’episodio del Massacro degli Innocenti, ambientato all’interno di una struttura porticata emergente dal fondo. Esempi precedenti di un inquadramento architettonico simile si possono trovare nella tradizione pittorica boema e tedesca. Per la scena della Crocifissione, che campeggia nella parte interna del coperchio, non ci sono confronti significativi con nessun dipinto analogo francese o fiammingo: la processione di viandanti in primo piano è un elemento naturalistico senza diretti precedenti, anche se in seguito sarà ripreso da altri artisti.
Il tema dello svenimento della Vergine, invece, pur essendo raro nella tradizione franco-fiamminga, appare nella pittura in Westfalia all’inizio del XV secolo ed era già stato introdotto in Francia tramite le opere di Simone Martini e molti artisti del Nord Europa, attivi a Padova in questi stessi anni, potevano aver preso spunto dalla Crocifissione di Altichiero. Alcune iconografie sono inusuali, come nell’episodio della Resurrezione, in cui Cristo è raffigurato mentre scavalca il bordo del sarcofago dando le spalle all’angelo che, seduto sul bordo, si volge dalla parte opposta, similmente a quanto si può vedere in alcune opere provenienti dalla regione del Reno e della Mosa.
Alcuni elementi inseriti nelle scene dell’Infanzia, come la posa del Bambino con le braccia aperte nell’episodio della Presentazione al tempio e lo sguardo pieno di dolore di Maria nella scena Cristo in mezzo ai dottori, anticipano la Passione e sembrano innescare un percorso meditativo su di essa, suggerendo un uso del cofanetto come altare portatile per la devozione privata. Questo capolavoro realizzato con varie tecniche trova confronto con poche opere contemporanee ma tracce di cultura francese, alcune tipologie iconografiche e l’esagerazione dell’aspetto caricaturale dei torturatori nella scena della Flagellazione di Cristo fanno ritenere che il suo autore non provenga da Bruges ma dalle regione della Mosa, un ponte non solo geografico ma anche culturale tra Francia e Fiandre.
Scheda tecnica
Autore: Artista proveniente dalla regione della Mosa
Cronologia: XIV secolo.
Collocazione: Museo della Cattedrale, sala II
Tecnica: Su un'anima lignea cuoio dipinto, impresso e dorato con profili esterni in argento sbalzato
Dimensioni: 16 x 30 x 24,50 cm

Quest'opera è cutodita all'interno del Museo della Cattedrale di San Martino a Lucca. Per orari e costi dei biglietti consultare la pagina di riferimento attraverso il link qua sotto