Ultima cena
Tintoretto

Uno degli ultimi capolavori di Tintoretto realizzato con l’aiuto del figlio Domenico.  

Cattedrale di San Martino Lucca - Ultima cena - Tintoretto

Uno degli ultimi capolavori di Tintoretto, realizzato con l’aiuto del figlio Domenico. Una tela che contiene tutti i tratti caratteristici e innovativi di questo straordinario artista: la tavola in obliquo per creare profondità, la scena attualizzata in una taverna con due servitori e centrata sul Cristo che comunica gli apostoli ed emana una luce così forte da far spalancare le nubi tra gli angeli che accorrono. Il dinamismo dei vari atteggiamenti e delle pose degli apostoli che in abiti dai colori vivaci reagiscono all’annuncio del tradimento di Giuda. Un’inaspettata donna che allatta, simbolo del nutrimento umano contraltare di quello eucaristico.

Una delle ultime tele di Jacopo Robusti detto il Tintoretto, grande innovatore del Rinascimento veneziano, capace di composizioni dalla prospettiva audace e ricche di grande energia espressiva che anticipano il Barocco e gli hanno fatto guadagnare l’appellativo di “il furioso”.

Questa tela realizzata nel 1594, anno della morte, a più di sessanta anni di età e con l’aiuto del figlio Domenico mostra tutte le caratteristiche che hanno reso celebre questo pittore. La scena è caratterizzata dalla profondità data dalla tavola che, a differenza di tutti gli autori precedenti, non è frontale ma posta in obliquo, coperta da una tovaglia bianca e imbandita con il pane e il vino, necessari all’eucarestia, e attualizzata con posate ed eleganti calici in vetro veneziano, resi con una grandissima accuratezza; la stessa attenzione al particolare la troviamo nel cesto ai piedi della mensa e sul tavolino a sinistra con la tovaglia in broccato e le suppellettili. Al centro della composizione si trova il Cristo mentre dona il pane eucaristico; da lui proviene un’aura di luce così intensa da offuscare il lampadario in alto e da illuminare tutta la scena creando chiaroscuri e riflessi, una luce così forte da squarciare le nubi che sembrano spalancarsi sul paradiso come un sipario. In alto quattro angeli vestiti di rosso e di blu, gli stessi colori degli abiti di Gesù, scendono verso di lui.

Tintoretto in questa scena unisce due momenti importantissimi, non solo quello del fondamento dell’eucarestia, ma anche quello in cui Gesù rivela ai suoi apostoli che sarà tradito da uno di loro; questa rivelazione agita gli Apostoli: i due più vicini all’osservatore si sporgono in avanti sul tavolo per discutere chi sia, altri allargano le braccia sconcertati, uno si alza in piedi e si tocca il petto come a dire “sono forse io?”. Giuda in realtà è il personaggio in primo piano a destra, vestito di viola che con una mano cerca di nascondere la borsa con in 30 denari, il prezzo del suo tradimento, posta sul tavolo.

Le pose sono dunque varie e danno dinamicità e  forte carica espressiva alla scena, i colori sono brillanti e vivaci con predominanza di rosso, viola,  verde e arancio, resi ancora più vivi dai forti effetti chiaroscurali provocati dalla luce che irradia da Gesù.

Nella tela non sono ritratti solo i discepoli ma anche due servitori, una donna a sinistra che reca un vassoio e un uomo che porta dei bicchieri su cui riflette la luce.

Più sorprendente sembra la presenza in primissimo piano, a destra, di una donna che allatta un bambino, figura simbolica che crea un paragone tra il nutrimento terreno, indispensabile alla vita del bambino, e quello spirituale, l’eucarestia, cibo della vita eterna. Un percorso ideale, che attraversa la tela in diagonale: percorrendo la tavola si incontra Cristo che dona l’eucarestia, la chiave per raggiungere il paradiso che si spalanca alle sue spalle.

Scheda tecnica

Autore: Jacopo Robusti detto “Tintoretto” e Domenico Robusti
Cronologia: 1594
Collocazione: S. Martino, terzo altare della navata destra
Tecnica: Olio su tela
Dimensioni: 350x235 cm
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Quest'opera è cutodita all'interno della Cattedrale di San Martino. Per orari e costi dei biglietti consultare la pagina di riferimento attraverso il link qua sotto

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